Approfondiamo il dialogo doppio che da vita a “Crisalide”.
Alice Gaiani ha posto qualche domanda agli autori di “Crisalide”, la mostra presente nelle nostre sale fino a domenica 24 novembre.
Due cose sono sicuramente in comune: la narrazione dei corpi e l’utilizzo del messo pittorico.
Come è nato il vostro rapporto con la pittura?
Vi siete prima innamorati dell’arte oppure questa vi ha trascinato a sé nonostante fosse un’estranea?
È successo in un momento particolare della vostra vita, o da un giorno all’altro, come se fosse la normalità?
Marco:
Ho sempre disegnato tanto fin da piccolo poi dopo aver scelto la scuola da geometra (Odone Belluzzi Rimini) alle superiori, mi sono accorto dopo due anni che non era la mia strada e da lì sono entrato nel mondo del lavoro e ho smesso di disegnare, ma all’età di 24 anni sentivo che non ero io e che mi mancava qualcosa, così ho riniziato a disegnare e ho trovato me stesso e la mia dimensione che mi fa sentire vivo.
Mariya:
La mia prima esperienza con l’arte è accaduta all’età di 7 anni quando i miei genitori mi iscrissero ad una scuola d’arte. Da ragazza ho iniziato ad ammirare tantissimo le sculture e soffermarmi sui corpi, in seguito ho scoperto l’arte di Rodin e nel 2015 ho incominciato a frequentare lo studio del pittore Tampieri Stefano dove sto imparando tutt’ora il mestiere.
Se dovessi descrivere le tue opere con tre parole, quali sarebbero?
Quali sono le vostre più grandi ispirazioni nell’arte?
Marco:
vere, vive e uniche. Il corpo.
Mariya:
dolore, amore ed imperfezione. Ispirazioni sono un’infinità ne cito solo alcuni: pittura pompeiana, iconografia, Art Brut, Secessione Viennese.
La vostra è un’arte gestuale, impulsiva e basata sull’azione.
Che ruolo giocano i sentimenti in tutto ciò?
Sono il motore del vostro processo creativo?
Marco:
senza sentimento non esisterebbe la nostra pittura, è fondamentale.
Mariya:
Sicuramente il ruolo principale! La pittura assimila e da spazio vitale a tutte le emozioni provate.
Quali sono le emozioni che solitamente provate quando dipingete?
È un’emozione che vi spinge a impugnare matita e pennelli, o piuttosto queste nascono durante il processo creativo?
Marco:
senso di libertà e innalzamento spirituale
Mariya:
Quando dipingo mi ascolto, esploro il mio mondo e provo soddisfazione nel farlo.
Molte delle opere esposte nel PR2 sono nudi femminili.
Cosa rappresentano i corpi per voi? Dipingete anche altri soggetti?
Marco:
noi non rappresentiamo ma viviamo ed esploriamo il corpo nella sua complessità di linguaggio. Io realizzo anche nature morte, paesaggi, astratti e ritratti.
Mariya:
Il corpo è il ns. campo d’azione. Molti dei miei corpi sono troppo magri ed androgeni.
Due domande a Mariya, autrice di questo doppio dialogo di “Crisalide”.
Tra gli oggetti esposti, hai inserito anche un vasetto di vetro.
Cosa contiene?
Mariya:
È il pigmento di cui mi sono innamorata particolarmente, si chiama: “Caput Mortum” ed è considerato parte della categoria delle terre rosse. Lo uso per creare oli, acquarelli e gouache.
Perché preferisci produrre da te il colore, piuttosto che utilizzare quelli già pronti?
Rappresenta per te uno step fondamentale, tanto quanto il disegno o la pittura stessa?
Mariya:
Perché la purezza dei materiali è fondamentale. Un prodotto industriale mi limita.
Nella mostra sono esposte anche alcune ‘stampe monotipo’.
In cosa consiste questo processo?
Le sensazioni che provate utilizzando questo mezzo sono diverse rispetto alla pittura più tradizionale?
Riservate a questa modalità tematiche differenti?
Marco:
il monotipo è una stampa derivante dal torchio calcografico dove l’artista ricalca una sua opera in vari passaggi, in base alla sua visione mediante l’uso di inchiostri appositi o ad olio. Le sensazioni sono le stesse…è sempre un processo creativo guidato dall’intuizione e un pizzico di casualità. Non riservo tematiche particolari a questa tecnica ma quando realizzo un’opera con un’altra tecnica, penso semplicemente che mi piacerebbe farla anche a monotipo e la faccio.
Mariya:
è molto molto divertente! Si parte dalla lastra di plexiglass che viene completamente ricoperta di colore e poi con strumenti di vario tipo si inizia a realizzare l’opera, infine si stampa attraverso l’uso del torchio.
Avete progetti per il futuro?
Marco:
Sicuramente in futuro realizzerò altre esposizioni ma il focus principale è sempre la crescita artistica e quello che provo nel percorso, il resto è in più. Continuerò anche a partecipare ad eventi come ritrattista dal vero e ho anche un brand di abbigliamento di nome Kuatrà che spero di far crescere col tempo.
Mariya:
Nulla di concreto al momento solo il desiderio di avere uno studio grande dove creare le mie opere!
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