Davide Mari

«Plotino definiva il Tempo come «immagine dell’eternità», come il movimento mediante il quale l’anima passa da uno stato all’altro della sua vita. Nella provincia modenese, dove sono nato e cresciuto, spesso capita di intravedere vecchi casolari affidati al Tempo. Il fluire dell’eterno trasforma queste costruzioni, preservandone l’anima di chi le ha abitate, per donargli nuova vita e ricordarci l’inevitabile trasformazione che ogni essere o cosa subisce. Come uno scultore, il Tempo plasma quelle che una volta erano case di contadini fino a renderle monumenti naturali. Attraverso la Fotografia riesco ad arrestare questo processo congelando il continuo mutamento. Rubando un istante di luce al presente, trasformandolo in copia del passato, la pellicola si fa scrigno di un Mondo condannato a scomparire per lasciare spazio al futuro.»

Davide Mari (Modena, 1990) si avvicina alla fotografia da autodidatta nel 2010 durante un viaggio in Canada. Nel 2017 vince il premio #LIT Lumintenda del Comune di Modena, consegue un Master in fotografia di ritratto presso Spazio Labo’ di Bologna ed inizia a collaborare con la ONG Overseas documentando progetti in Palestina e Tunisia. Nel 2018 si iscrive al Master in Fotografia presso l’Istituto di Moda e Design Raffles di Milano dove migliora la progettualità e matura una visione più consistente del suo lavoro. Nel 2019 prende parte alla mostra collettiva Milano Intorno, patrocinata dal Comune. Durante lo stesso anno espone il progetto Unplugged al Photolux Festival di Lucca e alla galleria Gate 26A di Modena. Nel 2020 prende parte a Residência Artística FAAP organizzata dall’Istituto FAAP di São Paulo per sviluppare un progetto legato all’identità culturale degli immigrati italiani in Brasile.