Il tema di Camera Work 2021 ruota intorno al concetto di amore, come forza rinnovatrice e generatrice di arte. Da qui la scelta della direttrice artistica, Silvia Camporesi, di includere, nel concept, il fotografo sotto illustrato. La trasformazione della carriera di quest’ultimo avvenne proprio in seguito alla conoscenza di una donna, Yoko.
Nobuyoshi Araki, celebre fotografo giapponese, nato a Tokyo il 25 maggio 1940, è noto principalmente per le sue opere di genere erotico-amoroso.
Il padre, attratto dal mondo della fotografia, trasmette la sua passione al figlio, che a soli 12 anni decide di prendere in prestito la macchina fotografica paterna, per scattare le sue prime fotografie durante un viaggio scolastico. Nel 1959 si iscrive all’università di Chiba e nel 1963 ottiene la laurea in fotografia e regia, presentando come lavoro di diploma un film intitolato Satchin and his Brother Mabo. Nello stesso anno inizia a lavorare come fotografo presso l’agenzia pubblicitaria Dentsu.
Vince il premio Taiyo per i giovani fotografi giapponesi grazie alla serie Satchin. Nel 1967, due anni dopo la sua prima mostra personale, incontra Yoko Aoki, dattilografa presso la Dentsu. Fin dall’inizio della loro relazione amorosa, Yoko è soggetto ricorrente nelle opere di Araki. I due si sposano nel 1971, anno di pubblicazione di Sentimental Journey, resoconto fotografico in bianco e nero della loro luna di miele. Quest’opera segna l’inizio di un viaggio che terminerà con la serie Winter Journey, che cambierà per sempre il modo di vedere la fotografia per l’artista.
Araki dichiarerà di essere diventato fotografo grazie all’ispirazione conferita dalla sua amata. L’anno successivo alla pubblicazione di Sentimental Journey, l’autore abbandona il lavoro alla Dentsu, per intraprendere la carriera da freelance. Affronta una grande varietà di temi e tecniche fotografiche, trasposte poi in numerose pubblicazioni.
La ormai nota musa ispiratrice Yoko, malata da tempo di cancro alle ovaie, si spegne il 27 gennaio del 1990. L’anno successivo Araki presenta Winter Journey, documentario dell’ultimo anno di vita della moglie, come conclusione del racconto della loro vita comune, fine di un viaggio iniziato con Sentimental Journey. Le fotografie di questa serie costituiscono una sorta di diario: in corrispondenza di ognuna di esse viene riportata la data, che scandisce inesorabilmente lo scorrere del tempo verso la morte di Yoko.
Lo scatto che ritrae il viso della defunta consorte, che giace immobile in una bara, sepolta sotto una massa di fiori bianchi, è senza dubbio una delle immagini più potenti e coinvolgenti proposte dall’artista. Dal loro incontro fino alla sua morte prematura, Yoko rimarrà la protagonista invisibile di ogni scatto di Araki.
Il fotografo giapponese prosegue la sua carriera: nel 1992 lavora alla sua prima mostra personale in Europa; due anni dopo pubblica Tokyo Love, frutto della collaborazione con la fotografa statunitense Nan Goldin. La sua fama, riconosciuta a livello mondiale, viene celebrata in diverse mostre e retrospettive a lui dedicate.
In un’intervista Araki dichiara: “La fotografia è amore e morte – sarà il mio epitaffio”. Poche parole che condensano il pensiero dell’intera carriera di un fotografo eccelso.
Articolo di Gaia Michela Catanzaro